martedì 20 novembre 2007

Show must go on



02/02/07 Muore Filippo Raciti, 38 anni, poliziotto.
11/11/07 Muore Gabriele Sandri, 28 anni, tifoso.
Filippo muore in seguito agli scontri durante la partita Catania - Palermo, Gabriele dopo che un agente di polizia fa partire un colpo in una stazione di sosta dell'autostrada A1 per Arezzo. Stava andando a Milano seguire la sua squadra, ma nell'autogrill si è trovato in mezzo a una ressa tra "tifosi".
Unico imputato: il calcio. Davvero sicuri?
Giornali, stampa, politici e opinionisti hanno puntato il dito contro l'ormai saturo mondo calcistico. Dopo gli scandali dello scorso anno c'era da aspettarselo. Ma chi ha sbagliato ha pagato: Moggi & Co. sono fuori dal giro (o almeno è questo che vogliono farci credere), la Juve non vince più come prima, gli arbitri sono molto più attenti, il campionato ha ritrovato il suo equilibrio. Allora perchè accusare il calcio della morte di questi due uomini?
La verità è che oggi la competizione in se per se , quella sana che dovrebbe alimentere lo sport, non esiste più. Come ogni altra cosa è un business, un modo per far soldi. Ma, se la competizione è sparita dal campo, è scomparsa anche dagli spalti. Molti, giovani soprattutto, vanno alle partite per provocare disordini. Ed è lì che ci scappa il morto...
Il video è uno dei tanti pubblicati su Youtube. Non più sport, ma volti coperti che distruggono tutto cio che incontrano. Con un unico vezzo: la sciarpetta della squadra del cuore.
Anch'io sono cresciuta col calcio, quello vero, quello di C2. Lo stadio era stracolmo di gente e il tifo puro che metteva i brividi, perche ti sentivi parte di esso, ti sentivi parte di una "squadra";Fadini dodicesimo uomo in campo titolavano i giornali locali il lunedì. Anche se si perdeva l'applauso finale era immancabile. Tutti sotto la curva: giocatori e tifosi.
E invece oggi eccoci di nuovo qui a parlare dell'ennesimo scandalo della società italiana: morire per una partita. Per una "fede" che fede non è più.
Forse sia Filippo che Gabriele si trovavano ne posto sbagliato nel momento sbagliato. Errori umani in entrambi i casi. Errori che comunque non fermano lo spettacolo, se non per pochi minuti, poche ore, pochi giorni. Se ne parla, se ne discute, ma sempre per poco, perchè la vita va avanti e soprattutto perche lo spettacolo deve continuare.

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