venerdì 30 novembre 2007

Parigi: rivolte studentesche





E' una rivolta contro la privatizzazione delle università, quella degli studenti parigini.La legge Pécresse, legge relativa alle Libertà e alle Responsabilità dell'Università (LRU) prevede che nell'arco di cinque anni tutte le università giungano all'autonomia nel bilancio e nella gestione delle risorse umane e inoltre prevede la possibilità che esse diventino proprietarie dei loro beni immobiliari.
Una trentina gli atenei bloccati, tra i quali anche la Sorbona, occupata per alcune ore. La piazza di fronte alla famosa università è stata teatro di vere e proprie scene di guerriglia urbana.

martedì 20 novembre 2007

Show must go on



02/02/07 Muore Filippo Raciti, 38 anni, poliziotto.
11/11/07 Muore Gabriele Sandri, 28 anni, tifoso.
Filippo muore in seguito agli scontri durante la partita Catania - Palermo, Gabriele dopo che un agente di polizia fa partire un colpo in una stazione di sosta dell'autostrada A1 per Arezzo. Stava andando a Milano seguire la sua squadra, ma nell'autogrill si è trovato in mezzo a una ressa tra "tifosi".
Unico imputato: il calcio. Davvero sicuri?
Giornali, stampa, politici e opinionisti hanno puntato il dito contro l'ormai saturo mondo calcistico. Dopo gli scandali dello scorso anno c'era da aspettarselo. Ma chi ha sbagliato ha pagato: Moggi & Co. sono fuori dal giro (o almeno è questo che vogliono farci credere), la Juve non vince più come prima, gli arbitri sono molto più attenti, il campionato ha ritrovato il suo equilibrio. Allora perchè accusare il calcio della morte di questi due uomini?
La verità è che oggi la competizione in se per se , quella sana che dovrebbe alimentere lo sport, non esiste più. Come ogni altra cosa è un business, un modo per far soldi. Ma, se la competizione è sparita dal campo, è scomparsa anche dagli spalti. Molti, giovani soprattutto, vanno alle partite per provocare disordini. Ed è lì che ci scappa il morto...
Il video è uno dei tanti pubblicati su Youtube. Non più sport, ma volti coperti che distruggono tutto cio che incontrano. Con un unico vezzo: la sciarpetta della squadra del cuore.
Anch'io sono cresciuta col calcio, quello vero, quello di C2. Lo stadio era stracolmo di gente e il tifo puro che metteva i brividi, perche ti sentivi parte di esso, ti sentivi parte di una "squadra";Fadini dodicesimo uomo in campo titolavano i giornali locali il lunedì. Anche se si perdeva l'applauso finale era immancabile. Tutti sotto la curva: giocatori e tifosi.
E invece oggi eccoci di nuovo qui a parlare dell'ennesimo scandalo della società italiana: morire per una partita. Per una "fede" che fede non è più.
Forse sia Filippo che Gabriele si trovavano ne posto sbagliato nel momento sbagliato. Errori umani in entrambi i casi. Errori che comunque non fermano lo spettacolo, se non per pochi minuti, poche ore, pochi giorni. Se ne parla, se ne discute, ma sempre per poco, perchè la vita va avanti e soprattutto perche lo spettacolo deve continuare.

sabato 10 novembre 2007

Un uomo una storia

I rumeni e l'Italia




Passo indietro. Prima del delitto di Tor di Quinto c'erano i lavavetri... rumeni. Insopportabili con i loro spazzoloni (sporchi) e le richieste di soldi. Firenze rappresenta la chiave di volta: il sindaco Domenici firma un'ordinanza contro di loro. A parte i risvolti legali e politici che seguono, i fiorentini sono soddisfatti. Poi però qualcuno manifesta a favore di quei "poveri immigrati". E tutti lavavetri per un giorno... Divertente. Eh gia perchè ai semafori nessuno protesta se c'è un italiano al posto di un rumeno. Se non è ipocrisia questa....
Poi, la scorsa settimana, una donna viene uccisa a Tor di Quinto. Da un rumeno. E ricomincia la caccia alle streghe. Tutti gli stranieri fuori dall'Italia. Anche la donna, rumena, che ha denunciato il suo connazionale.
La "questione rumena" è solo una delle tante. Non tutti gli omicidi sono commessi da loro o comunque da immigrati. Allora perchè questa fobia? Sarà quello stesso senso di repulsione che avevano per noi, emigranti del passato, i paesi che ci ospitavano? Sarà che gli italiani hanno dimenticato? Siamo davvero convinti che l'arma miglore sia la repressione? Certo è che di integrazione non si parla.

sabato 27 ottobre 2007

Local/global

Trovare un video su internet è come cercare un ago in un pagliaio... se poi deve avere determinate caratteristiche è ancora peggio: un video che esprima l'idea di local/global. Il locale che diventa globale. Sarebbe un gioco da ragazzi se questo significasse: un qualsiasi video girato a livello amatoriale e poi scaricato sul web, dove tutti possono vederlo. Ma il local/global che si intende qui è: un video, girato anche da chi non ha nessuna esperienza, e quindi da chiunque disponga di una telecamera o di un videocellulare, che possa avere una risonanza cosi vasta nel mondo da diventare di interesse globale. Scontato sarebbero i video su tsunami, attentato alle torri gemelle, Myanmar. La verità è che il web è una incredibile risorsa ma, la maggior parte delle volte, viene sprecata. Alla ricerca di qualcosa che possa colpire e allo stesso tempo far riflettere, ci si imbatte in miriadi di video su calcio, serate tra amici, persone riprese mentre dormono o fanno la doccia, documentari sulle cose piu strane e inimmaginabili. Insomma... una vera schifezza.
Quello che si intende per web 2.0, il mondo dell'interattività, è un'accozzaglia di opinioni, parole, a volte - la maggior parte - stupidaggini. La barriera della lingua è superata o, comunque, non è piu un ostacolo. Per guardare i video che girano in rete spesso l'audio è superfluo. I filmati relamente globali, quelli che possono essere definiti tali per la loro importanza, sono quelli che appaiono anche nei telegiornali. Passo indietro: è vero che è stato possibile vedere avvenimenti in tempo reale grazie alle nuove tencnologie, ma internet è stato solo UNO degli scenari possibili, sebbene oggi il più veloce. Bisogna saperlo usare, però. E dosare.

sabato 20 ottobre 2007

Attentato! Al cinema...



La fontana di Trevi si è macchiata di rosso..Una specie di attentato. Al cinema. Un business inutile e troppo costoso per il gruppo di "Azione futurista 2007", che rivendica il gesto. L'uomo che ha versato il liquido rosso nella fontana, famosa per le scene girate da Fellini, è stato filmato in diretta con un telefonino. E spedito sul web.

La rivolta in Myanmar



Il video ormai è famoso in tutto il globo grazie a internet. Ma è anche un pò l'esemplificazione di quello che è il mondo oggi: passato e futuro che si mescolano. La rivolta in Myanmar è una vittoria: il regime militare ha lasciato indietro il Paese di decenni rispetto agli sviluppi raggiunti dai paesi occidentali. La protesta pacifica dei monaci, seguiti ormai da milioni di civili, è segno che qualcosa sta cambiando, che c'è la volontà di ribellarsi ad un governo illegale e, allo stesso tempo, di recuperare gli anni persi.
Internet sembra una nota stonata in tutto questo e invece rappresenta la chiave di volta: un semplice cittadino ha filmato con la propria telecamera un atto di violenza e l'ha messa sul web. La giunta militare ha proibito ogni contatto con l'esterno ma, grazie alle nuove tecnologie, tutti possono vedere quello che succede. E' l'nterattività creata dalla nuova generazione. Ed è anche il "local" che prende piede e sempre più coscienza di se stesso. Tutti possono documentare un fatto e farlo vedere a tutti.
Il Myanmar è solo uno dei tanti esempi: migliaia di video caricati in rete sono fatti da autodidatti. Il web è oggi il modo più veloce per comunicare e denunciare. Sarà questo il giornalismo del futuro? Non più carta stampata, redazioni, giornalisti con nome e cognome che firmano i loro articoli? Internet garantisce l'anonimanto, ma è un'arma a doppio taglio: filmati, o anche blog e siti di protesta sono importanti per conoscere realtà che altrimenti verrebbero ignorate, ma è anche vero che può diventare incontrollabile. Il governo del Myanmar se n'è accorto: tentando di nascondere e reprimere ha provocato la reazione opposta: una fuoriuscita di notizie. Grazie alla rete.